Città del Vaticano


La città del Vaticano
Lo Stato della Chiesa, che per circa un millennio si era esteso su buona parte dell'Italia Centrale, costituendo la base territoriale del potere temporale dei Papi, fu definitivamente occupato nel 1870 (il 20 settembre), quando i Bersaglieri del regno d'Italia penetrarono in Roma attraverso la breccia di Porta Pia. L'annessione di Roma al Regno e la proclamazione a sua capitale, significarono la fine del potere temporale. Il Papa (all'epoca, Pio IX) non dette né adesione né consenso all'atto unilaterale dell'Italia, e quindi, nonostante che la legge delle Guarentigie intendendesse mantenere e garantire la sua indipendenza spirituale e la prosecuzione della sua missione religiosa, egli si considerò prigioniero in Vaticano: nacque così la Questione Romana, che tormentò i rapporti tra Regno d'Italia e Chiesa Cattolica per 59 anni. Dopo lunghe trattative diplomatiche, la Questione fu risolta l'11 febbraio 1929, quando i due Alti Contraenti firmarono i Patti Lateranensi, con i quali si riconobbero reciprocamente il carattere di indipendenza e di sovranità. I Patti furono due: un Concordato sui reciproci rapporti e un Trattato, con allegata una Convenzione Finanziaria. Per l'appunto il Trattato Lateranense è l'atto istitutivo dello Stato della Città del Vaticano, col quale l'Italia riconosce al Papa la piena sovranità e indipendenza sulla sola ed esclusiva parte del territorio della città di Roma compreso nella cerchia delle Mura Leonine, oltre che sulla Piazza San Pietro. Questo territorio, pur estremamente ridotto, è riconosciuto a livello internazionale e assicura così l'indipendenza politico-economica della Santa Sede
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